“Lol è solo pornografia, che importa! Anzi ben gli sta a ‘sti zozzoni!”.
Visa e Mastercard hanno bloccato le transazioni verso Pornhub.
Per chi non lo sapesse – facciamo finta che ci sia chi non conosce Pornhub – questa è una piattaforma di video streaming simile a YouTube, con la differenza che i contenuti video sono per adulti.
Proprio come YouTube è possibile caricare video da mostrare solo agli utenti paganti, ottenere un contributo dalla pubblicità visualizzata, e così via.
Cosa è successo?
Qualche schifoso ha iniziato a caricare video di rapporti non consenzienti e addirittura con minori, o comunque ha fatto intendere che si trattasse di minori scrivendo un titolo acchiappa click.
Terribile, ovviamente.
Questo però ricorda cosa successe tempo fa a Google, che mostrava tra i risultati di ricerca link a siti con contenuti di simile natura.
Purtroppo è quello che succede agli aggregatori di contenuti multimediali, specie se hanno successo.
Qual è la soluzione?
Tipicamente maggior controllo da parte del fornitore di servizi, l’attivazione di filtri automatici (bot) o addirittura il controllo manuale dei contenuti. Una parte importante è costituita anche dagli utenti, i quali possono segnalare il contenuto video all’assistenza e questa può dunque procedere al blocco e rimozione in tempi molto brevi.
Questi interventi però, con l’andare del tempo e l’aumento dei contenuti, sono diventati più complessi da realizzare e soprattutto, quando il contenuto veniva bloccato e rimosso, molto spesso era già stato scaricato e caricato altrove.
La risposta di Pornhub è stata “traumatica” per i creatori di contenuti, e rischiosa per la stessa piattaforma:
permettere il caricamento solo agli utenti verificati.
Una scelta che fa appunto storcere il naso a chi desidera una piattaforma libera, ma che è legittima se si considera che questa appartiene a un soggetto privato sottoposto alla legge, ma che ha anche dimostrato di avere etica (cercate le campagne di donazione organizzate da Pornhub e rimarrete stupiti).
Non solo: la società ha deciso anche di rimuovere il tasto download sotto i video, impedendo di diffondere video da Pornhub ad altre piattaforme (scelta discutibile dal punto di vista tecnico ma utile per evitare grane).
Ebbene, due giorni dopo questi interventi, Mastercard e Visa hanno deciso, di loro iniziativa, di impedire a Pornhub di ricevere pagamenti tramite i loro circuiti.
Questo significa tagliare praticamente la possibilità di ricevere pagamenti tramite carte di credito, dato che Visa e Mastercard hanno un oligopolio de facto. American Express ha addirittura specificato che le sue policy non permettono di utilizzare il servizio per contenuti vietati ai minori.
Capite bene che questo è un’anteprima dei rischi che qualsiasi azienda/persona correrebbe in una società cashless.
Non poter ricevere pagamenti su scelta politica o morale di una corporation che ha un monopolio o oligopolio prima ancora di una sentenza da parte della Giustizia, ci mette in seri pericoli.
Cosa succederà ora?
Chi lo sa.
La mossa di Mastercard e Visa potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio e spingere Pornhub ad accelerare gli sviluppi sulla ricezione di pagamenti in Bitcoin, magari via Lightning Network.
Sono supposizioni, ma non campate in aria.