Sui 21 milioni di bitcoin, il “pericolo” della deflazione e la politica economica immodificabile

Verranno “coniati” in totale 21 milioni di bitcoin (qualcuno di meno in realtà, come abbiamo visto qui) ma questo è solo un numero, un limite all’inflazione di Bitcoin.

Vediamo perché.

Bitcoin è stato creato in modo da essere un sistema privo di single point of failure, dal momento che è decentralizzato. Attaccare Bitcoin significa attaccare l’intera rete formata dai nodi degli utenti che fanno girare sul loro sistema il software, quindi diventa qualcosa di estremamente difficile da realizzare.
Quando Satoshi creò Bitcoin però, oltre alla decentralizzazione del sistema stesso, definì anche la sua politica economica.

Forse Satoshi era un giocatore di black jack e riteneva il sistema vincente sul banco qualora non superasse appunto il 21; probabilmente non lo sapremo mai. Fatto sta che decise di imporre un numero massimo e degli halving per agire sull’inflazione: ogni 4 anni la quantità di nuovi bitcoin immessi in circolazione dimezza e la “produzione” di nuove unità terminerà al raggiungimento dei 21 milioni, quindi l’inflazione andrà progressivamente a diminuire fino a divenire deflazione.

Questa scelta è, come detto, politica; può piacere oppure no. Il fatto di aver impostato il sistema in questo modo, prima ancora di partire con il suo Genesis Block, fa sì che questa scelta ne costituisca le fondamenta. Non può essere cambiata, pena la caduta dell’intero palazzo.

Ad alcuni questa scelta politica non è piaciuta, o comunque si è voluto sperimentare un altro tipo di politica economica: sono nate così delle altcoin con un sistema inflazionistico differente. Su tutte sono un esempio Monero ed Ethereum.

Qual è la differenza?

Questo limite imposto (21 milioni per Bitcoin, 84 per Litecoin) non esiste. Si possono dunque coniare nuove monete teoricamente all’infinito, con un’inflazione teoricamente in diminuzione costante.

Perché dico teoricamente?

Perché non imporre un limite implica una scelta non scelta: si dà la possibilità alla “community” di intervenire politicamente sul loro denaro andando in futuro a modificare questa inflazione. Ma ciò non è simile a quello che fanno attualmente gli Stati e le banche con le valute fiat? Dove sta la differenza?

Con Bitcoin questo non è possibile.

Si è voluto creare qualcosa di completamente diverso dal sistema fiat attuale. Qualcosa di neutrale. Funzionerà oppure no? Vedremo.

Dunque le regole economiche di Bitcoin non sono modificabili?

L’unica parte del codice apparentemente non modificabile è appunto quella relativa alla politica economica di Bitcoin. Immaginiamo il codice come la Costituzione Italiana. La prima parte, i Diritti Fondamentali, non è tecnicamente modificabile a meno che non si faccia una guerra civile.

In Bitcoin, “guerra civile” significa hard fork.

Quindi, riprendendo la domanda, no, le regole economiche di Bitcoin sono modificabili, ma solo effettuando un hard fork del codice.

Previsione azzardata? Questo fork fallirà. Perché? Se vi dicessi che un domani potrete avere più bitcoin rispetto a quelli che avete ora ma il valore del singolo bitcoin scenderà drasticamente, voi appoggereste la modifica alla politica economica? Io no.

Il mio nodo fornirà supporto all’unica catena la cui politica economica non è cambiata.

La deflazione futura è un incubo

C’è chi è spaventato dalla riduzione dell’inflazione (che diverrà deflazione dal 2140 circa), perché storicamente i periodi di inflazione prossima allo zero corrispondono a stagnazione dell’economia, ma ci sono dei punti su cui riflettere:

  1. Non vivrete fino al 2140.
  2. La riduzione dell’inflazione è un problema per il sistema attuale, basato su valute fiat e non su asset scarsi.
  3. 1 bitcoin è frazionabile.

Se per i primi due punti potreste fornire della argomentazioni importanti quali ad es.: “Io vivrò per sempre“, “mi preoccupo per i miei discendenti“, “la deflazione era un problema anche durante il Gold Standard“, ecc. sul terzo punto non posso essere smentito.

1 bitcoin è frazionabile e la sua unità di base è il satoshi, dal nome del suo ideatore. 1 bitcoin = 100 milioni di satoshi.

Quindi ce n’è per tutti.

Sì ma questo non significa che non ci sarà un problema di deflazione, dato che il numero di satoshi che verranno immessi in circolazione è anch’esso limitato“.

Fortunatamente Bitcoin è digitale e in informatica si possono realizzare “miracoli”. Su blockchain non si portanno avere più di 21 milioni per 10^8 unità di valore ma su second layer questi limiti non esistono.

Qualora necessiteremo di nuove unità, perché le fondamentali sono diventate troppo scarse, potremo adottare i subsatoshi.

Sarà dunque possibile frazionare ancora di più bitcoin senza dover toccare il protocollo di base (BP) né le regole della suite LNP/BP, ma solo agendo sui “pacchetti” trasferiti dai canali su Lightning Network.

La circolazione di nuove unità di valore sarà dunque un dato di fatto e sarà possibile senza generare nuova moneta dal nulla.

 

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